Maranola ospita la mostra Nomadi del volo

Gabriele Melis

Dal 31 agosto in Piazza San Luca il professor Carmine Cerbone con la sua performance artistica

Approda a Maranola Nomadi del volo: la mostra installazione dell’artista pontino professor Carmine Cerbone.

Una vera e propria performance che si terrà a Maranola, in Piazza San Luca, dal 31 agosto all’8 settembre.

La mostra illustra, attraverso l’esposizione di quadri e sculture tridimensionali rappresentanti “i gabbiani”, un tema quanto mai attuale: la migrazione. “Oggi, oltre agli uccelli, sono gli uomini a migrare, e per questo li ho paragonati ai gabbiani, scelti in quanto simboli di libertà, viaggio, fantasia, incognita e avventura. Gli stessi gabbiani vengono osservati in questo loro lungo e lento viaggio di migrazione che appare così simile a quello dell’essere umano, alla ricerca infinita di una terra dove stabilirsi o, al contrario, riprendere il viaggio con tanti sogni nella mente e grandi speranze nel cuore. Un “viaggio-disagio” vissuto tra la quotidiana indifferenza della gente”.

L’artista Carmine Cerbone

Nato a Gaeta frequenta il Liceo Artistico Statale di Latina come allievo di Claudio Cintoli diplomandosi nel 1972. Un anno più tardi entra a far parte del corpo docenti dello stesso istituto insegnando discipline pittoriche. La sua carriera artistica riceve ulteriori esperienze didattiche con Achille Bonito Oliva e Massimo Bignardi. Integra le conoscenze artistiche con esperienze scenografiche e oggi le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.

Il commento del curatore della mostra Claudio Futmani

C’è qualcosa di volutamente statico nel termine “in-stallazione artistica”: come di qualcosa che si stanzia all’interno di uno spazio circoscritto, per poi de-installarsi dopo un certo lasso di tempo. La sua “presenza” può essere più o meno in armonia con il contesto in cui si situa, ma la sua funzione è sempre e comunque quella di affermare sé stessa, in quanto figurazione del bello, in quel determinato contesto. La sua ragion d’essere si risiede nel suo trovare senso all’interno di uno spazio, ma nel momento in cui vi abita essa si completa: l’opera d’arte, nella sua interezza, è lì, concettualmente perfetta.

Gli uccelli bianchi di Carmine Cerbone ben poco si adattano a questa idea di installazione artistica. Questi centinaia di gabbiani, appollaiati sul bordo di un pozzo o sulle rive di un lago, o ancora al sole di un verde prato, sono la testimonianza di un’arte che alla staticità preferisce il nomadismo. Per questo è forse più esatto definire “nomadi del volo” una “performance” artistica: la “performance” di una natura morta che ci invita a seguirla nel suo migrare, nella sua eterna temporaneità.

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