Gli ultimi giorni di vita di Giacomo Matteotti “diecigiugnoventiquattro”

Redazione

Sul palco de “Il Parco e La Commedia”, il pluripremiato spettacolo portato in scena dalla Compagnia “Le Colonne”

SABAUDIA – Da tredici anni, la rassegna teatrale “Il Parco e la Commedia” offre un mix di stili e toni, alternando momenti lirici e prosaici, comici e riflessivi. Promossa dalla Pro Loco Sabaudia in collaborazione con la Città di Sabaudia e il Parco nazionale del Circeo, e patrocinata da vari enti, la rassegna si rinnova costantemente dal 2011.

Il 30 luglio, la programmazione si interrompe per un omaggio speciale a Giacomo Matteotti, figura storica che sacrificò la vita per il rinnovamento politico e sociale dell’Italia. La Compagnia teatrale Le Colonne presenta “diecigiugnoventiquattro”, uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Giancarlo Loffarelli.

Lo spettacolo, che gode del patrocinio del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Matteotti, ripercorre gli ultimi giorni del deputato socialista. Ambientato a Roma nel 1924, alterna passato e presente per ricostruire il percorso politico di Giacomo Matteotti e le circostanze del suo rapimento e assassinio.

La trama si concentra sulla sera del 10 giugno 1924, quando Giacomo Matteotti scompare dopo essere uscito per recarsi alla biblioteca della Camera dei deputati. Dieci giorni prima, aveva denunciato i brogli elettorali fascisti, e il giorno successivo alla sua scomparsa avrebbe dovuto rivelare documenti compromettenti sul governo Mussolini.

La storia è narrata principalmente attraverso gli occhi di Anna, la domestica di casa Matteotti, interpretata da Marina Eianti. Accanto a lei, quattro personaggi storici: Giacomo Matteotti (Giancarlo Loffarelli), sua moglie Velia Ruffo (Luigia Ricci), Filippo Turati (Marco Zaccarelli) e Giuseppe Modigliani (Emiliano Campoli).

Questo spettacolo rappresenta un momento di riflessione e omaggio a un uomo che ha lottato per un futuro migliore, sottolineando l’importanza dell’educazione e di un nuovo sistema di relazioni e visioni per l’Italia.

«Lo stile di regia di questo spettacolo – come nelle parole dell’autore Giancarlo Loffarelli – mi deriva da un insegnamento appreso, tanti anni fa, da una lezione di Eduardo De Filippo seguita all’Università. Eduardo spiegava che l’arte teatrale (e, forse, ogni arte) trova la propria massima espressione nell’atto del sottrarre: se un sentimento posso esprimerlo con tre movimenti anziché con quattro, è meglio con tre; e se riesco a esprimerlo con due, ancora meglio; e se soltanto con uno, allora è perfezione. Quando iniziammo a provare il mio Matteotti nel 2022, impostai la regia lavorando sui cambi di luce, sugli interventi musicali e su tanto altro, poi cominciai ad asciugare: soltanto una luce bianca, soltanto una musica, quando tutto è accaduto».

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