L’estate delle nostre città e l’assenza ingiustificata di Latina

Fabio Fanelli

Abbiamo superato la seconda metà di agosto ed è inevitabile fare un bilancio di ciò che è stato e di ciò che, purtroppo, non è stato. Sabaudia, Terracina, Cisterna, Norma, Gaeta e Formia giusto per citarne qualcuna, hanno saputo interpretare al meglio la sfida dell’estate 2024, offrendo un ventaglio di eventi, manifestazioni culturali e iniziative che hanno illuminato le serate dei residenti e dei visitatori. Ma di Latina, il capoluogo della nostra provincia, si è sentita la mancanza, come un assente ingiustificato ad una festa di famiglia.

Non si tratta solo di contare gli eventi organizzati, ma di riflettere su un dato di fatto: le città della nostra provincia hanno dimostrato che, con impegno e visione, è possibile creare un’estate che non sia solo sinonimo di mare e sole, ma anche di cultura, intrattenimento e comunità. A Sabaudia, abbiamo visto concerti e spettacoli teatrali sotto le stelle, mentre Terracina, Norma, Cisterna, Gaeta e Formia hanno saputo intrecciare tradizione e innovazione, con eventi che hanno attratto giovani e famiglie, trasformando le piazze in palcoscenici a cielo aperto.

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E Latina? La nostra città capoluogo, che dovrebbe essere il faro culturale e sociale della provincia, ha brillato per la sua assenza. Nessuna grande rassegna, nessun evento di richiamo, nessuna iniziativa che potesse rendere Latina un punto di riferimento nell’estate 2024. Questo silenzio programmatico è tanto più grave se consideriamo il potenziale inespresso di una città che, con le sue risorse, potrebbe e dovrebbe essere all’altezza delle altre.

Le altre città della provincia hanno trovato il modo di reagire alle difficoltà,  di ripensare le loro estati, di trasformare la crisi in opportunità. Latina, al contrario, sembra essersi chiusa in se stessa, perdendo un’occasione preziosa per rafforzare il suo ruolo di capoluogo.

Questa assenza non deve passare inosservata. È necessario che chi ha la responsabilità della programmazione culturale e sociale della città faccia un esame di coscienza, chiedendosi perché Latina sia rimasta indietro e come si possa recuperare il terreno perduto. La nostra città ha bisogno di una visione, di un progetto che sappia valorizzare le sue bellezze, la sua storia, il suo tessuto sociale.

Senza una programmazione adeguata, si rischia di rimanere ai margini, mentre le altre città avanzano e Latina non può permettersi di essere solo una spettatrice.

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