Ma il Presidente Mattarella cosa cercava di dire il 2 giugno durante la Festa della Repubblica ? Non potendo Egli cantare ” Nuntereggae Più” di Rino Gaetano , morto misteriosamente il 2 giugno dell’ 81, cercava forse qualche sponda a Palazzo Chigi? L’ Europa può darci una maggiore sovranità?
La verità è raramente pura, e mai semplice! Da Enrico Mattei, alla strategia della tensione, da Aldo Moro a Rino Gaetano per arrivare a tangentopoli senza dimenticare chi finanziò la spedizione dei mille e di chi fosse la proprietà dello Yacht Britannia ci ritroviamo tante verità impure e per niente semplici.
E’ conveniente continuare dopo 80 anni , tanti sono gli anni che ci dividono dalla Conferenza di Jalta , ad illuderci di vivere in uno Stato pienamente sovrano?
Gli inglesi dopo aver finanziato i garibaldini pare si sentissero traditi dagli accordi di Jalta per quanto riguarda la nostra penisola di fatto americanizzata ma il tempo li ha resi nuovamente protagonisti come quando nel 1992 la Royal Yacht Britannia era all’ancora nel porto di Civitavecchia e dopo le ultime elezioni europee ritrovandosi il partito italiano che vanta il maggior numero di parlamentari eletti in Europa iscritto al partito fondato dai conservatori britannici nonostante stiano fuori dall’Unione Europea. Ma è veramente conveniente per la nostra Nazione non fare parte del ” tavolo europeo” in nome della sovranità e degli “abbracci inglesi” che giocano legittimamente la loro storia imperiale?
Ha fatto discutere, quel poco che basta, la considerazione del Presidente della Repubblica durante le celebrazioni del 2 giugno per quanto riguarda la sovranità europea. Dovremmo forse cedere più sovranità all’Unione Europea? Prima di dissentire o di approvare bisognerebbe prendere coscienza di chi siamo e in che ambito esercitiamo la nostra sovranità, provò a spiegare il professor Aldo Moro parlando di geopolitica ricordando a tutti noi che fosse un errore fatale restare in superfice e non andare nel profondo. L’Europa conosciuta ad oggi non ha certo entusiasmato! Si dice e si percepisce ma guai dimenticare e dare per scontato che dal 1945 i figli di coloro che fondarono l’Unione Europea non si sono più uccisi tra loro. Sarebbe quindi un errore fatale restare in superfice e non andare nel profondo, pensare in termini di contingenza invece che di sviluppo storico. Bisogna bandire gli eccessi, assicurare i contrappesi, disegnare istituzioni complesse perché un selfie purtroppo non ci salverà e non potremmo mai da soli confrontarci con paesi come l’ India e soprattutto con il BRICS ( Brasile,Russia, India, Cina e Sudafrica). L’Europa unita potrà farlo se avrà una maggiore sovranità su i nostri stati o forse si mette a rischio la nostra democrazia?
Le ultime elezioni europee ci danno una fotografia sconcertante con i dati dell’affluenza al voto ferma al 51% di media: in Portogallo ha votato il 36%, in Croazia il 21,3%, in Belgio dove votare è obbligatorio per non subire sanzioni amministrative e in casi peggiori vedersi sospeso il diritto di voto ha votato l’ 89,8%. Stranamente in Italia il dato del 49,69% ha lasciato tanta soddisfazione e rivendicazione sull’operato , sia governativo che di opposizione, e men che mai autocritica e sconfitta.
Tocca alle forze politiche europee ed agli stati membri creare in modo intelligente e rispettoso i canali attraverso i quali la domanda sociale e anche le proteste possano giungere ad uno sbocco positivo, ad una società rinnovata e ad un più alto equilibrio sociale e politico.
Stiamo forse discutendo la nostra collocazione nella Nato e/o la riconoscenza verso Jalta? Assolutamente No! almeno per chi scrive. Stiamo forse tradendo la nostra Costituzione? È l’ art.138 a dirci di no.
Il punto sta, almeno per molti o pochi siamo, che la costruzione democratica dello Stato avvenuta con il voto del 2 giugno del 1946 è dunque non un punto di arrivo, ma solo un punto di partenza.
Ripartire quindi dall’Europa e sperare che i 76 neo deputati europei eletti in Italia possano fare “squadra” per il bene della Nazione e magari , per paradosso, prendere spunto dagli ex parlamentari europei britannici: i resoconti parlamentari ci dicono che quando in Europa si trattavano “questioni inglesi” i parlamentari britannici hanno votato per circa il 90% dei casi all’ unisono. Possa quindi “l’allenatore” della “squadra italiana” saper creare le condizioni affinché anche da noi avvenga.
Cosa succede quando viene a mancare un necessario raccordo tra potere di vertice e fonte del potere? Per il momento l’astensione al voto e speriamo che non diventi astensione verso il nuovo, alla libertà umana, economica e sociale.
Sbaglia forse Mattarella quando sostiene che cedere un po’ di sovranità all’Europa ci renda meno sovrani di noi stessi dopo Jalta? È tradimento sognare un Europa veramente sovrana e indipendente che giochi alla pari le sfide globali seppur fedele e alleata degli USA?