Tra pec, sassate e calcinacci, è passata in secondo piano l’irritante discontinuità di una squadra tenuta a galla dalle disgrazie altrui.
Partiamo dall’immediato post – disfatta di Potenza: un deprecabile agguato con pioggia di sassi sul pullman della squadra ha scatenato indagini, polemiche, processi e condanne. Proseguiamo con l’affollata posta elettronica del Latina Calcio, raggiunta da ammiccanti Pec di pretendenti al trono di Sua Maestà Terracciano. Proseguiamo con un’altra pioggia, quella dei calcinacci caduti e cadenti dall’acquedotto di via Villafranca. Il distacco di pezzi d’intonaco dal gigante (mal) gestito da Acqualatina ha provocato la chiusura della Tribuna Coperta, con conseguente esilio in altri settori di spettatori e giornalisti. Ce ne sono di spunti, dunque, attorno ai colori nerazzurri. Senza parlare delle prime sirene di calcio mercato, secondo le quali il club sarebbe sulle tracce di alcuni protagonisti di formazioni in disarmo (leggi Turris e Taranto). Ne abbiamo raccolta una, in particolare, di chiacchiera che stuzzica: parla di Ciccio Caputo, 37enne svincolato di lusso dopo le esperienze a suon di gol tra cadetteria e massima serie. Con lui l’attacco del Latina potrebbe tornare a definirsi tale, a patto che le casse societarie possano tollerare il suo ingaggio e a condizione che la ruggine accumulata in questi mesi di inattività non ne limiti il rendimento.
Di questa e altre storie, pec dei nuovi (presunti) affidabili presidenti in primis, torneremo a parlare quando e se avverrà qualcosa di concreto. Nel frattempo, però, ci spiace constatare la quasi indifferenza dell’ambiente rispetto ai responsi del campo. Di pallone si tace o sembra che si faccia finta di niente. Eppure Boscaglia di guai ne sta avendo parecchi e non è solo l’indisponibilità di una bacchetta magica (da noi evidenziata anche quando vinceva) a complicargli la vita. Il mister qualche responsabilità ce l’ha, perché 13 gol in tre trasferte non li prendeva neanche Cipro nelle qualificazioni europee degli anni ’90. Le colpe peggiori, però, riguardano i giocatori. Perché hanno degli evidenti limiti, perché in difesa non c’è un leader e perché il centrocampo dipende dalle lune di Ndoj. Dell’attacco, invece, meglio non parlare. Fortuna che parlano per noi le disgrazie di Turris e Taranto, decurtate di raffiche di punti per le loro mancanze societarie e prossime al responso, tutt’altro che remoto, di un’esclusione dal campionato. Mors tua vita mea, diceva qualcuno tempo fa. Di vita vera, però, ne stiamo vedendo poca dalle parti del Francioni. Calcinacci a parte.