I cambiamenti in extremis in serie B e la vicenda di Salvatore Bagni ennesime ferite per un mondo che annaspa.
I tempi della giustizia sportiva non vanno di pari passo con i tempi del pallone. Basti pensare a quello che si è vissuto quest’anno in serie C, nel girone del Latina, con Turris e Taranto estromesse strada facendo e con classifiche e calendari inevitabilmente stravolti. Una situazione ancora più grottesca l’hanno vissuta nelle ultime ore Salernitana, Sampdoria, Frosinone e Brescia. Quest’ultima si è vista infliggere una penalizzazione che l’ha di fatto condannata alla retrocessione, inevitabili ricorsi permettendo. Il club gialloblù ha invece disdetto la trasferta campana per l’andata dei playout destinando quel budget ai festeggiamenti per l’improvvisa salvezza caduta dal cielo. Allo stadio Arechi, invece, è saltato tutto e cambierà l’avversario, quella malandata e bastonata truppa blucerchiata reduce dai veleni per una retrocessione che a quanto pare non è più vera o forse semplicemente rinviata.
Sembra di descrivere una farsa ma in pochi pensano ai veri spettatori:i poveri tifosi, sbattuti da un fronte all’altro, ignorati se hanno già sostenuto delle spese per le trasferte o hanno organizzato la loro esistenza per le partite poi rinviate o annullate.
Il clima da barzelletta si spegne poi con l’indignazione per i “tesseramenti a pagamento” per il quale le “Iene” hanno smascherato l’ex mediano dell’Inter Salvatore Bagni. Quello che più colpisce, però, non è tanto il sistema che fa largo ai calciatori che pagano e non a quelli che meritano. La notizia sta nel commento più ricorrente: “Tanto si sa che il calcio funziona così, a ogni livello!”. Quella constatazione vuol dire rassegnazione, vuol dire accettare lo stato delle cose contribuendo a svilire e sgonfiare un pallone già malandato. Se continua così diamoci all’ippica, che è meglio.