“Etichetta la Cassetta”, 1900 famiglie pontine sollecitate da Poste Italiane

Domenico Ippoliti

Inviate delle lettere contenenti etichette adesive da apporre sulle cassette anonime.

Arduo compito quello del postino quando non coincidono gli indirizzi effettivi con quelli riportati sulle spedizioni. Recapitare plichi diventa difficile anche quando la toponomastica non è corretta quando delle cassette postali non c’è traccia. Un altro problema per i portalettere è poi rappresentato dalle cassette anonime, sulle quali latitano i nomi dei destinatari. Almeno in questo caso, però, si può correre ai ripari! Ci sta pensando poste italiane, lanciando e rilanciando anche in provincia di Latina l’iniziativa “Etichetta la cassetta”.

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Il progetto nasce con l’obiettivo di correggere il fenomeno delle cassette postali prive di nominativi, solitamente di ostacolo per il recapito della corrispondenza. Complessivamente, in tutta la provincia, sono oltre 1.900 le comunicazioni che i portalettere hanno iniziato a recapitare alle famiglie che presentano le maggiori difficoltà. Nella precedente campagna di sensibilizzazione, avviata lo scorso aprile, l’iniziativa aveva interessato 1.300 famiglie.

Agli utenti si chiede di regolarizzare le “cassette anonime” e i citofoni privi di indicazioni utilizzando le etichette adesive complete con nome e cognome di tutti i residenti. Le etichette da impiegare, a strappo e adesive, sono incluse gratuitamente nella lettera di avviso, attraverso la quale si invitano anche i cittadini a comunicare eventuali aggiornamenti ai mittenti abituali, fornitori delle utenze in primis. 

Le lettere di sensibilizzazione sono inviate sul territorio da tutti i Centri di Recapito della provincia ovvero quelli di Latina Mameli, Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Formia, Priverno, Sabaudia e Terracina.

Particolarmente interessati da questo intervento sono i comuni con meno di 5mila abitanti, un segmento significativo di popolazione a cui Poste Italiane sta dedicando da tempo una particolare attenzione.

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Anni fa nella redazione de "La Piazza", un signore distinto dal fare cordiale mi disse: "Ippò, tu scrivi bene. Però non parlare solo di sport!" Quel signore si chiamava Antonio Pennacchi. Da quel giorno provo a dargli retta. Forse.
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