Evitato il baratro nonostante i tanti errori di quest’anno, ma adesso bisognerà voltare pagina. Con un mister da applausi che però ha ancora tutto da dimostrare.
Non ci era mai capitato di assistere a un’autentica ovazione per un mister. Neanche ai tempi di “Leggenda” Sanderra, allenatore ancora ricordato e rimpianto dalla piazza. Quando Alessandro Bruno ha urlato ai suoi “in campo dovete morire!” il pubblico ha applaudito estasiato, ammirando la grinta tutta “gattusiana” di un “Colonnello” di nome e di fatto. Con quelle sollecitazioni, sabato sera, il Latina ha battuto l’ostico Potenza assicurandosi la permanenza tra i professionisti per il quinto anno consecutivo e raggiungendo il traguardo grazie ai segnali di rinascita caratteriale e grazie agli sporadici, fugaci e illusori bagliori regalati dalla squadra strada facendo.

Al resto hanno pensato le disgrazie altrui, perché non osiamo pensare cosa sarebbe accaduto se avessero partecipato al campionato anche Turris e Taranto e se avesse avuto un minimo di solidità societaria il Messina. Ora l’ultimo atto a Cerignola, poi bisognerà voltare pagina, in tutti i sensi. Cercando di programmare e costruire in base alle indicazioni di Bruno: un mister che ha dato una grossa mano al gruppo ricorrendo a scelte logiche e pratiche ma che ad oggi resta un’incognita che ha ancora tutto da dimostrare. Personalità a parte.