Sabaudia – Il comico e il tragico si inseguono ancora una volta per svelare la poesia della vita e di tutti coloro che, misurandosi con gli altri, sono in grado di dare un senso alla rotta e incontrare la propria identità. E tra omaggi alla leggerezza, riletture della tradizione, sperimentazioni, ma anche tanto grande teatro si disegna l’identità di una rassegna che si rinnova, trasformandosi, dal 2011. I primi appuntamenti de Il Parco e la Commedia non smettono di accogliere un “mare” di ospiti, Il teatro incontra – nuovamente – la natura e le preferenze di tutti coloro che, così numerosi, danno valore alla scelta consolidata in queste tredici edizioni dall’Associazione Pro Loco Sabaudia: quella del coinvolgimento e della partecipazione, cercando di veicolare anche le cose più serie e complesse tramite eventi che rimangono all’insegna della leggerezza.
E il racconto che si protrarrà fino al 4 agosto continua, giovedì 25 alle 21, con “Garbatella. Viaggio nella Roma di Pier Paolo Pasolini”, pluripremiato spettacolo scritto e interpretato da Julia Borretti – anche alla regia – e Titta Ceccano della compagnia Matutateatro, con le musiche in scena di Roberto Caetani. Protagonista l’amore ai tempi del dopoguerra, un viaggio indietro nel tempo, in quegli anni ’50 e in quella Roma tanto spietata quanto semplice in cui Pasolini decise di ambientare la tragicomica storia d’amore tra Irene e Tommaso che i due interpreti fanno propria con rara abilità e delicatezza. Le canzoni romane di una volta si mescolano a quella lingua sperimentale inconfondibile e danno vita a un concerto per voci recitanti e chitarra, per un lavoro che guarda al teatro di narrazione. I due giovani s’incontrano fortuitamente, si conoscono, si danno appuntamento e a fare da sfondo è la Roma della ricostruzione, la Roma in bianco e nero, popolata da bambini vocianti nei cortili e da ragazzi coi pantaloni all’americana che riempiono le sale fumose del cinematografo. Ed è proprio il cinema il testimone del loro amore, al cinema si consumano i momenti più significativi della loro storia, là dove Pasolini crea un corto circuito tra il comico e il tragico. La potenza della parola pasoliniana guida l’intero racconto, e nulla vuole distogliere l’attenzione da essa: una scenografia essenziale, la musicalità della chitarra, i movimenti scenici necessari, sono tutti al servizio della narrazione. «Garbatella – come nelle note di regia – ci è nato tra le mani, quasi per caso. È nato dall’incontro con Una Vita Violenta, il secondo romanzo di Pier Paolo Pasolini. Avvicinarsi a Pasolini, uomo, artista e intellettuale complesso, è sempre molto imbarazzante, ma è lui stesso che inaspettatamente ci ha messo a nostro agio. La storia d’amore tra Tommaso e Irene nella Roma degli anni ’50 ci ha fatto scoprire un Pasolini semplice e non cerebrale, profondamente umano. Quella che il poeta ci racconta è infatti una storia d’amore semplice e umana dove il comico e il tragico si inseguono per svelare la poesia della vita. E quella che noi oggi raccontiamo è una storia d’amore che, nel solo spazio di un racconto, vorrebbe unire le generazioni: quelle che quegli anni li hanno vissuti e quelle più giovani che possono farne memoria».
Venerdì 26 tornano ancora una volta protagonisti gli anni ’50 e il sentimento principe dell’amore con lo spettacolo “Locanda Angelina”, portato in scena della compagnia Luna Piena diretta da Gianni De Feo. “Locanda Angelina” di Roberto Russo si ispira liberamente a “La Locandiera” di Goldoni dove i personaggi, oltre a mantenere gli stessi nomi dell’originale, si presentano con le stesse caratteristiche, vittime delle stesse dinamiche psicologiche e sentimentali, maschere grottesche di ipocrisia e ingenua crudeltà. Cambia tuttavia l’epoca storica su cui si dipana la trama, e non è poco. Di fatto, non siamo più nel Settecento veneziano ma nella Roma degli anni ‘50, anzi, esattamente nel 1958, anno dell’approvazione della legge Merlin con la quale si decretò la definitiva chiusura delle case di tolleranza. Ci troviamo così in un diverso contesto sociale dove una nuova Italia, ispirata da un primo timido boom economico e da nuove idee, si prepara ad aprirsi a un’entusiasmante modernità. In tal senso, rimane evidente la mutazione del linguaggio che, pur lasciando sporadiche tracce di “vibrati” e fioriture goldoniane, s’intreccia ora abilmente in un miscuglio di romanità che sa di Trilussa e Petrolini, in contrasto con una parlata provincialotta e burina e con picchi di suoni partenopei, simili a note di violini e di grancasse. «Personaggi – come nelle note di regia – a tratti volutamente eccessivi, coperti da un trucco esasperato, come a voler nascondere fragilità e debolezze. In un equilibrio precario di un Tempo sospeso, si aggirano come burattini di una giostra tra i tavoli di questa locanda dove ognuno consuma i propri sentimenti tra finzioni e ipocrisie. Personaggi che rivendicano il diritto alla libertà, e lo fanno ad alta voce affinché la sua eco raggiunga quel futuro emancipato, ancora un poco offuscato dalla polvere residua del recente passato».
Cambio di scena e sabato 27, sempre alle 21, la riflessione sull’identità che lega tante delle storie che compongono la XIII edizione de Il Parco e la Commedia prosegue con Pirandello riportato in scena dalle voci di Gigi Palla e Gabriella Praticò (2giga), con la partecipazione di Elvio Gatti, che presentano i due atti unici “La trappola” e “Sogno (ma forse no)” diretti da Alejandra Gomez con l’aiuto regia di Anna Delfini. 2giga prosegue la sua indagine sul rapporto di coppia scomodando il più grande drammaturgo italiano, mettendone in scena una delle sue ultime opere, l’atto unico “Sogno (ma forse no)”, un testo ritenuto tra i più controversi e ambigui dell’autore siciliano. Seguitando nella dimensione surreale della propria proposta scenica (e cosa c’è di più surreale di un sogno?), presentano una lettura dell’opera volutamente leggera, quasi “estiva”, lontana da ogni elucubrazione intellettuale, dove la voce dell’autore si guadagna un posto di primaria rilevanza nel guidare le azioni e le reazioni dei due protagonisti. La novella “La trappola” è invece nei fatti un monologo che il protagonista rivolge a un interlocutore immaginario, all’interno del suo appartamento, in cui vive con il padre, vecchio e malato. L’ambientazione allucinata acuisce il profilo onirico di questo flusso di coscienza, che rappresenta una vero e proprio condensato del pensiero di Pirandello e dei suoi temi ricorrenti: la dicotomia insanabile tra vita e forma, la famiglia come luogo di tortura, l’impossibilità per ogni individuo di realizzare rapporti autentici, le convenzioni sociali, la relatività dei punti di vista. In questo adattamento per la scena, il monologo dell’uomo viene contrappuntato dalla presenza molesta del padre piangente, che lo richiama con i suoi lamenti alla sua misera condizione, e dall’evocazione della donna amata, che, dopo essersi mostrata accondiscendente, lo ha ingannato e ferito, facendo così scaturire questa tanto amara quanto lucida riflessione. «I due atti unici – come sottolineato dagli autori – rappresentano le due parti di uno spettacolo unitario, in equilibrio tra il dramma onirico e la commedia grottesca, che offre due interpretazioni allo stesso tempo diverse e complementari dell’opera del grande autore siciliano. E se in Sogno (ma forse no) appare evidente l’intenzione di restituire tutta l’ironia presente tanto nella dimensione onirica dell’azione scenica quanto più in generale nel dna dell’autore, in La trappola la riflessione filosofica del protagonista viene proposta in una chiave tanto emotivamente partecipata quanto chiaramente esposta».
Tutti gli spettacoli, ad eccezione dell’appuntamento dedicato ai bambini, saranno trasmessi anche in diretta sulla pagina Facebook de Il Parco e la Commedia. L’evento, come è stato fin dalla prima edizione, manterrà la gratuità d’ingresso, grazie all’imprescindibile sostegno economico di attività produttive che rinnovano sempre in modo crescente il loro contributo e consentono di portare in scena sedici serate di teatro, dialogo e collaborazione.